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Nuovo studio pubblicato su THE LANCET Stampa E-mail

E' stato pubblicato da The Lancet un nuovo studio che dimostra che l'esposizione chimica a sostanze tossiche industriali (piombo, methylmercurio, arsenico, ecc) danneggia il cervello nei feti e nella prima infanzia causando disturbi quali l'autismo, l'iperattività o il ritardo mentale.
E' la prima volta che anche il mondo scientifico e la stampa italiana danno credito alla relazione tra fattori ambientali e disordini dello sviluppo, finora ritenuti esclusivamente di origine genetica.

Ecco alcuni articoli:

Ansa

L'inquinamento distrugge i cervelli - 2006/11/08 10:50
Un bimbo su 6 rovinato per sempre

Boston - Nel mondo è in corso una pandemia silenziosa dovuta ai composti chimici inquinanti che causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini. Problemi che si possono poi trasformare in disturbi anche gravi come l'autismo, l'iperattività o il ritardo mentale. È l'allarme lanciato dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno fatto la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche: circa 202. Per ora.
Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra il 1960 e il 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole). Al contrario è invece aumentato il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo lavoro. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sugli effetti nocivi per la salute. Tra l'altro è stata sempre trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. Questo accade perché, dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervell
o è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino. I ricercatori americani hanno stilato una lista di 202 sostanze potenzialmente pericolose ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe diventare molto più lunga.
Come se non bastasse anche laddove la tossicità sia ben documentata - come per i primi cinque composti nella lista ( metil-mercurio, PBC, piombo, arsenico) - "non si interviene con una regolamentazione adeguata che protegga i bimbi", osserva Grandjean. E pensare che "Il cervello dei nostri piccoli è la risorsa economica più preziosa che abbiamo". Ansa

Corriere della Sera:

Sempre meno intelligenti per l'inquinamento.
Per i ricercatori di Harvard le sostanze tossiche avrebbero causato il crollo delle capacità cognitive nei bimbi a partire dai nati nel '60

BOSTON (USA) - Sempre meno intelligenza in circolazione. Non è una amara constatazione che attinge a un luogo comune, ma una seria ipotesi scientifica. Nel mondo infatti sarebbe in corso una pandemia silenziosa dovuta a composti chimici inquinanti che causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini portando a disturbi comportamentali quali l'autismo o l'iperattività, sino anche al ritardo mentale.
ALLARME - È l'allarme lanciato sulla rivista britannica «The Lancet», dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno stilato la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche, finora composta da 202 voci ma non esaustiva. Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra 1960 e 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la question
e dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli.
DISTURBI DELLO SVILUPPO - Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino. I ricercatori americani hanno esaminato in maniera sistematica tutti i dati disponibili sulla tossicità chimica per identificare i composti chimici di uso comune nelle industrie che sono più a rischio di causare disturbi dello sviluppo del cervello.
LISTA - Ne è uscita una lista di 202 sostanze ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe raggiungere le tre cifre, col risultato che milioni di bambini nel mondo sono oggi «vittime» ignare di un'epidemia silenziosa. Purtroppo è ancora molto il lavoro da fare per salvaguardare la salute dei bambini: bisogna adottare il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito se ne dimostri l'innocuità, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest'approccio si comincia ad usare in Europa ma è ancora sottovalutato in Usa. E come se non bastasse, osserva Grandjean, anche laddove la tossicità sia estesamente documentata come per i primi cinque composti nella lista (metil-mercurio, PBC, piombo, arsenico) non si interviene poi con una regolamentazione adeguata che protegga i bimbi.
REGOLE - Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino. I contaminanti industriali quindi sono causa di un'epidemia silenziosa, concludono gli esperti, già responsabile di problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini nel mondo. Un'epidemia silenziosa perchè si tratta di problemi subclinici, ma il suo impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani. «Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo - conclude Grandjean - dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano».

La Repubblica

Oltre 200 sostanze chimiche nocive hanno provocato un boom di disturbi cerebrali e dello sviluppo
I ricercatori di Harvard: "E' una vera e propria epidemia silenziosa, ne soffre un minore su sei"
"Bimbi meno intelligenti con l'inquinamento"
Risultati shock da uno studio medico Usa
I problemi più ricorrenti sono autismo, sindrome da iperattività e deficit d'attenzione
Secondo gli autori della ricerca pubblicata da "Lancet" bisogna adottare subito regole più severe


ROMA - Sono quanto mai allarmanti i risultati del più vasto studio mai condotto sugli effetti dell'inquinamento nello sviluppo cerebrale dei minori. La ricerca, effettuata da un gruppo di ricercatori americani della Harvard School of Public Health di Boston e pubblicata sulla rivista medica britannica The Lancet, giunge a conclusioni drammatiche.

Si stima ad esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra il 1960 e il 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento.

I composti chimici inquinanti, sottolinea ancora lo studio, causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini portando a disturbi comportamentali quali l'autismo o l'iperattività sino anche al ritardo mentale. I medici della Harvard School hanno individuato ben 202 voci, ma purtroppo non si tratta di una lista definitiva. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo per pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli.

Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino.

Milioni di bambini nel mondo, avvertono gli studiosi nella loro ricerca, sono oggi vittime ignare di "un'epidemia silenziosa". "Silenziosa" perché si tratta di problemi subclinici, ma il cui impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani.

Un flagello che potrebbe essere combattuto, suggeriscono ancora gli autori dello studio, innanzitutto adottando il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito si dimostra che è innocua, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest'approccio si comincia ad usare in Europa, che è sul punto di approvare la normativa REACH, ma è ancora sottovalutato negli Stati Uniti.

A rendere la situazione ancora più grave c'è poi il fatto che si fa troppo poco anche per limitare la diffusione di quelle sostanze unanimemente riconosciute come nocive, a cominciare da metil-mercurio, PBC, piombo e arsenico. Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino.

I contaminanti industriali quindi sono causa di un'epidemia silenziosa, concludono gli esperti, già responsabile di problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini nel mondo. "Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo - conclude Grandjean - dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano".

L'articolo di The Lancet è scaricabile a questo link

Università che hanno partecipato allo studio:
a. Institute of Public Health, University of Southern Denmark, Odense, Denmark
b. Department of Environmental Health, Harvard School of Public Health, Boston, MA, USA
c. Department of Community Medicine, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY, USA
d. Department of Pediatrics, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY, USA